Esiste alimento più buono e più italiano della pizza? Decisamente no.
La pizza è quel piatto che, potendo, si mangerebbe all’infinito. È un alimento completo, facile da preparare e molto versatile.
La pizza è talmente apprezzata nel mondo che ogni Paese l’ha personalizzata cambiando forme, cotture, impasti e soprattutto gusti e condimenti, creando abbinamenti talvolta anche molto discutibili.
Ma andiamo per ordine e scopriamo insieme quando è nata la pizza e un po’ della sua storia.
Le origini di questo piatto tanto amato sono molto lontane ma ancora incerte. Già gli Egizi e gli Antichi Romani preparavano una sorta di pane schiacciato che, come si racconta nell’Eneide di Virgilio, usavano come “piatto commestibile” per posizionarci sopra altri alimenti. Lo stesso termine pizza sembra avere un’etimologia latina, infatti secondo molti studiosi risale al vocabolo pinsa ovvero ‘focaccia schiacciata’.
Successivamente questo piatto si diffuse nel sud Italia dove, per renderlo più saporito, fu condito con aglio, strutto e sale grosso, per poi mettere a punto una versione più elaborata con olio, formaggio e basilico.
Il pomodoro arrivò sulla pizza solamente a seguito della sua importazione dall’America e quindi nel Settecento. In particolare il suo uso si diffuse nel Regno di Napoli anche se inizialmente questa introduzione sulla pizza fu guardata con diffidenza dai cittadini.
Però fu solo nel 1889 che, secondo la leggenda, nacque la pizza margherita. In quell’anno il cuoco partenopeo Raffaele Esposito fu incaricato di preparare delle pizze da offrire al Re d’Italia Umberto I e sua moglie la Regina Margerita di Savoia in visita a Napoli. A quanto pare la regina apprezzò tantissimo la pizza condita con pomodoro, mozzarella e basilico e il cuoco partenopeo decise di dedicargliela dandole il suo nome.
Da allora il consenso della pizza crebbe tantissimo, diventando velocemente uno dei piatti più amati d’Italia. Il successo della pizza non si fermò ai confini nazionali ma sbarcò addirittura in America quando alcuni emigranti italiani portarono questo piatto a New York e ne fecero una celebrità.
Tornando ai giorni nostri è importante ricordare che pochi anni fa, precisamente nel 2017, la pizza e con essa l’arte tradizionale del pizzaiolo napoletano è stata dichiarata come parte del patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco. Tale riconoscimento porta la pizza nell’olimpo della gastronomia internazionale e le attribuisce il ruolo di simbolo dell’italianità nel mondo.
La pizza napoletana, ricordiamo, non è l’unica variante esistente ma sicuramente la più amata e la più famosa. È caratterizzata per la sua pasta morbida ed elastica, per il cornicione molto alto e soffice e per una cottura velocissima esclusivamente in forno a legna.
L’altra versione della pizza molto apprezzata in Italia è quella romana anche detta “scrocchiarella”. È completamente diversa da quella partenopea in quanto presenta una pasta sottile e croccante, un cornicione basso e friabile e necessita di una cottura più lunga.
La pizza in Italia è tradizione, identità, orgoglio. Ciò che la rende più buona rispetto al resto del mondo, oltre la maestria dei nostri pizzaioli, è sicuramente la qualità degli ingredienti che si utilizzano ad iniziare dalla farina e proseguendo con i condimenti.
Altro trucco sta nel tempo di lievitazione dell’impasto. il tempo di lievitazione ideale per la pizza dipende da vari fattori: dalla scelta del lievito (il lievito madre richiede tempi più lunghi rispetto a quello di birra), dalle farine usate e dalla temperatura del luogo in cui l’impasto riposa. Si può dire però che i tempi di lievitazione suggeriti vanno dalle 12 alle 14 ore per ottenere una pizza dalla buona digeribilità.
La pizza in Italia, e a Napoli in particolare, è una cosa seria e nella sua preparazione nulla è lasciato al caso!
E tu sai fare la pizza? Non è così difficile basta usare ingredienti di qualità e metterci tanto amore!
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