La polenta nasce come piatto povero e la sua storia è legata ai contadini dell’Italia settentrionale che, quando il mais venne importato in Europa a seguito della scoperta dell’America, iniziarono a coltivarlo e ad utilizzarlo in cucina. Tradizionalmente, quindi, la polenta era concepita come cibo di sussistenza e servita come sostituto del pane.
Ad oggi, al pari di altri piatti di origine povera, sta vivendo un periodo di riscoperta come simbolo gastronomico e ricetta di identificazione culturale.
La preparazione della polenta è molto semplice e gli ingredienti da utilizzare sono pochissimi: farina di mais, acqua e sale. Il segreto per questa ricetta è, però, la pazienza! Per cuocere bene, assumere la giusta consistenza e soprattutto evitare che si formino grumi, la polenta va mescolata lentamente e a lungo con un cucchiaio di legno per almeno un’ora. Quando è finalmente pronta, la polenta va versata su un tagliere di legno dove viene condita a seconda delle preferenze e servita con un cucchiaio o tagliata a fette, in base alla consistenza. Inoltre, una volta che si sarà raffreddata può essere fritta, ripassata al forno o usata come il pane.
Ogni zona d’Italia ha, poi, una sua particolare tradizione in quanto a condimento, farine utilizzate e abbinamenti.
Molto famosa è la polenta taragna, tipica delle valli bergamasche e del Trentino, realizzata con un misto di farina di mais e di grano saraceno, che le danno un colore più scuro. Solitamente servita con formaggi o con selvaggina in umido, ha un sapore e una consistenza più rustici.
In Valle d’Aosta la polenta diventa “concia”, quindi condita con i formaggi fusi tipici della zona che la rendono più ricca e saporita.
In Veneto è famosa la polenta bianca, ottenuta da una particolare varietà di mais, che ha un gusto delicato e si sposa bene con i piatti a base di pesce.
Tipica della Valtellina è la polenta cropa, un po’ meno conosciuta rispetto alle altre, composta da farina gialla e grano saraceno cotti nella panna con patate schiacciate e formaggio di malga.
Scendendo nell’appennino toscano troviamo la "pattona", la caratteristica polenta fatta con farina di castagne che può essere mangiata sia come dolce accompagnata da latte caldo, sia utilizzata come contorno a piatti di carne o di pesce.
Nel Lazio, invece, viene solitamente consumata condita con pomodoro, spuntature di maiale e con l’immancabile pecorino romano. Altra versione è quella “alla carbonara”, in bianco con condimento a base di soffritto di aglio, olio, peperoncino, salsicce e guanciale.
E come non parlare degli scagliozzi napoletani: triangoli o rettangoli di polenta fritta o al forno, per una versione più light, tipica dello street food.
Nella ricetta calabrese, per condire la polenta vengono usati i broccoli ripassati in padella e la sugna.
La versione lucana è, infine, preparata con farina di mais, patate e strutto e di solito si accompagna con del sugo a base di cipolla, pomodoro e origano.
La polenta è quindi un piatto molto versatile, perfetto per accompagnare i secondi o da mangiare come piatto unico. La si può assaggiare ovunque, da Nord a Sud, ma la sua ambientazione migliore è senza dubbio una baita in montagna.
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